Enogastronomia

TASTE VALDAMBRA (it)

Il territorio della Valdambra è storicamente fonte di prodotti d’eccellenza, grazie al lavoro di sapienti agricoltori e produttori che sono ancora oggi i custodi di queste antiche tradizioni.

I prodotti locali di qualità non mancano e sono tutti da provare nei ristoranti, nelle osterie, nelle botteghe di paese e nelle numerose manifestazioni ed eventi che, soprattutto nel periodo estivo, vengono organizzati da associazioni e pro loco. Un paniere di prodotti, dal miele al tartufo, al pecorino, dalla Tarese del Valdarno, presidio Slow Food, all’olio E.V.O. e al vino, che in questa terra hanno una storia molta antica, protagonisti indiscussi delle produzioni locali. I riconoscimenti ottenuti a livello internazionale confermano la vocazione olivicola della Valdambra.

IL VINSANTO

La Valdambra non smette mai di sorprendere: da questa terra così ricca si produce anche ottimo Vinsanto, che si ottiene da uve di Trebbiano e Malvasia, tradizionalmente fatte appassire su cannicci o appendendole a ganci. Una volta appassite venivano pigiate con lo “strettoio”, un antico torchio per il vino, e il mosto veniva trasferito in caratelli, piccole botti in legno usate per la maturazione del vino, con la “madre”, ossia il deposito sul fondo dei caratelli. Proprio tale passaggio è il vero segreto di questo procedimento antico: infatti, ogni produttore custodisce gelosamente la “madre” che viene tramandata di generazione in generazione. I caratelli sigillati, seguendo la tradizione, venivano lasciati in cantina o in soffitta per un minimo di tre anni, in quanto si riteneva che le forti escursioni termiche giovassero alla fermentazione. Oggi diverse cantine riescono a produrre vinsanto di ottima qualità, anche con l’aiuto di tecnologie innovative, conservando rispetto per questa secolare tradizione.

LA TARESE DEL VALDARNO

Da gustare, quando si passa per queste colline, è senza dubbio la Tarese, un salume di carne di suino dalle origini antiche e dalle dimensioni inusuali, riconducibili anche alla necessità di conservare, con inventiva, ogni parte del maiale prima dell’avvento della refrigerazione, quando l’unico metodo per conservare le carni era la salatura. Le ragguardevoli dimensioni della Tarese, che può arrivare a misurare fino a 50 cm per 80 di lato, quindi, derivano dalla lavorazione di maiali pesanti, tradizionalmente intorno ai 200 chilogrammi. La lavorazione della carne avviene in tre fasi: all’inizio la carne viene disossata, poi massaggiata con una mistura di pepe, aglio rosso macinato grossolanamente, ginepro ed altre spezie, di cui nessuno sa con certezza quali e in che misure, poiché la ricetta varia da produttore a produttore, ed è assolutamente segreta. Il pezzo così aromatizzato viene poi messo sotto sale grosso e ci rimane tra 10 e 15 giorni, a seconda della grandezza del pezzo. La Tarese viene poi ripulita, lavata e nuovamente massaggiata con una mistura di spezie agliate: solo a questo punto è pronta per la stagionatura, che dura per un periodo variabile, dai 60 ai 90 giorni. Questo procedimento tradizionale è il motivo del suo gusto così particolare, che si caratterizza per un sapore pronunciato e persistente, ma allo stesso tempo delicato; la lenta stagionatura, infatti, conferisce al grasso morbidezza e pastosità, e le spezie di cui è ricoperta esaltano le peculiari note aromatiche.

La Tarese del Valdarno è un presidio Slow Food ACQUISTARE LA TARESE DEL VALDARNO:

MACELLERIA SANI Via Niccolò Angeli,
15 52021 BUCINE (AR)
Tel. 055/992312

IL TARTUFO

Pregiato fungo ipogeo dal sapore unico cresce in Valdambra grazie alle condizioni pedoclimatiche. Si sviluppa sottoterra, vicino ad alberi o arbusti (pioppi, querce, salici, tigli, noccioli) con i quali vivono in simbiosi. Si presenta come un “tubero” di forma generalmente globosa; la parte più esterna, il peridio, può apparire liscia o rugosa. La gleba, il cuore del tartufo, varia dalle tinte tenui del beige ai toni caldi del nocciola più scuro ed è solcata da numerose venature, con riflessi che cambiano a seconda della varietà. Quando è maturo emana un profumo caratteristico tipico per ogni specie. In Valdambra, a seconda del periodo di raccolta e alla varietà, si possono raccogliere tartufi tutto l’anno, tranne il mese di maggio, quando la raccolta è vietata. Si distinguono tartufo bianco (tuber magnatum), tartufo scorzone (tuber aestivum detto anche tartufo nero d’estate), tartufo brumale (tuber moscatum detto anche tartufo nero d’inverno), tartufo marzuolo (tuber albidum detto anche tartufo bianchetto) I tartufi freschi possono essere conservati per un periodo piuttosto breve avvolti uno per uno in carta porosa (da sostituire ogni tanto) e riposti in frigorifero in barattoli di vetro ermetici. Questo rappresenta uno dei migliori condimenti di cui si possa disporre in cucina.

IL MIELE

Le favorevoli condizioni ambientali della Toscana hanno consentito uno sviluppo dell’apicoltura fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani, sulle cui tavole il miele non mancava mai. Alimento facilmente assimilabile, non avendo subito processi di trasformazione, e allo stesso tempo fortemente energetico, è stato da sempre considerato un ottimo rimedio curativo. Anche in Valdambra il clima e la diversità botanica consentono a piccoli apicoltori, spesso dedicatesi a questa attività per hobby, di ottenere un ventaglio di profumi e sapori che contraddistinguono le diverse tipologie di miele. Miele di erica, acacia, millefiori, castagno sono le varietà principalmente prodotte in Valdambra. Il miele è molto utilizzato nella cucina tradizionale toscana, sia per la preparazione di dolci e biscotti, sia abbinato a formaggi freschi o stagionati, come i pecorini.

IL PECORINO

Il segreto del sapore unico e avvolgente dei latticini e derivati, come il formaggio pecorino, risiede nei terreni dei pascoli, dove crescono erbe profumate che conferiscono al latte di pecora un sapore inconfondibile. Si producono pecorini freschi e pecorini più stagionati, ma anche ottima ricotta e raviggiolo. Il pecorino stagionato ha pezzatura di circa 2,5 kg, pasta di colore giallo paglierino e piccola occhiatura; questo, dopo una stagionatura di almeno 120 giorni, acquista un sapore intenso e leggermente piccante. Il pecorino a pasta fresca ha pezzatura di circa 1 kg e pasta compatta di colore bianco. La stagionatura minima è di 20 giorni, ma in genere il prodotto viene consumato dopo 30-45 giorni; il gusto risulta delicato e dolce. Il pecorino è un prodotto molto versatile con un utilizzo sia da tavola, che da cucina. Il prodotto fresco si accosta bene ai vini bianchi, quello stagionato ai vini rossi.

“Allora se ci chiedessimo quale sia il valore di una bottiglia di oro verde, potremo solo rispondere: impagabile. Ogni goccia contiene infatti una storia millenaria, passione, innovazione, lavoro, salute, rispetto per l’ambiente e un’ inconfondibile nota di toscanità: il paesaggio e il carattere di una terra unica.”

PROGETTO OLIONOSTRUM

BIODIVERSITA’ ED INNOVAZIONE PER UN OLIO E.V.O DI QUALITA’

Nel 2017 con il Progetto Olionostrum il Comune di Bucine ha ottenuto, insieme all’Università degli Studi di Firenze, ad ANCI Toscana e a due aziende agricole del territorio un importante finanziamento dalla Regione Toscana, con i fondi europei PSR 2014-2020, per la realizzazione di un prototipo di frantoio. Nel 2022 il frantoio dell’Olivone è diventato realtà e grazie ad un gruppo di aziende è pienamente operativo e a disposizione delle aziende e di tutti quei produttori che richiedono una produzione di qualità dell’olio E.V.O. Olionostrum è un marchio registrato del Comune di Bucine e rappresenta un’opportunità di sviluppo per la Valdambra e per le aziende del settore olivicolo, dando loro la possibilità di produrre un olio E.V.O. competitivo nel settore per qualità, unicità e strettamente legato al territorio.