Sentieri del Viandante

Itinerario 1

La via della ginestra

La chiesa di S. Maria della Ginestra sembra sia stata costruita per la presenza di una fonte nelle vicinanze che si pensava avesse acqua miracolosa, soprattutto per l’allattamento. I reperti trovati nei dintorni dimostrano una frequentazione del luogo già in epoca romana.

Itinerario 2

La terrazza sul Valdarno

Il ponte di Pogi è un antico ponte di epoca romana ristrutturato in epoca medioevale e recentemente dal Comune di Bucine. Significativi sono le testimonianze medioevali in tutto il percorso.

Itinerario 3

La strada del vino

Nei pressi della torre di Galatrona, viveva un famoso stregone di nome Nepo. Arrivando in cima alla torre di Galatrona si può ammirare la strategicità della sua posizione, dalla quale si riesce a vedere tutta la valle dell’Ambra e buona parte del Valdarno.

Itinerario 4

Il sentiero dei quattro borghi

Nei pressi di Capannole sono stati rinvenuti resti di una villa Romana. Capannole era nell’antichità un luogo strategico per le rotte commerciali e militari, tanto che alcuni studiosi pensano che nella zona vi sia stata la tappa “umbro flumen” ricordata nella Tavola Peutingeriana, un’antica carta geografica.

Itinerario 5

La via dei corbezzoli

Il castello di Cennina, per la sua posizione strategica, fu per centinaia di anni conteso fra Siena, Arezzo e Firenze, i cui contadi si incontravano in Valdambra. Il termine “Duddova” sembra derivi da un antico capo ostrogoto, Dudda.

Itinerario 6

La vecchia strada dell’erica

Nei pressi di Ambra è stato rinvenuto un insediamento etrusco di notevoli dimensioni, segno che la zona era abitata fin dall’antichità.

Itinerario 7

Tra sacro e profano

Nei pressi di Rapale sono stati ritrovati numerosi reperti etruschi e romani, nonché i resti di quello che sembra essere un’antico insediamento. La badia di S. Pietro a Roti, fondata intorno all’anno 1000 era uno dei principali monasteri dell’ordine camaldolese.

Itinerario 8

Verso la sorgente

Vive ancora oggi la leggenda per cui nel castello di Montebenichi viva il fantasma del Capitan Goro, un capitano di ventura vissuto nel XVI secolo. Sempre nei pressi di Montebenichi c’è una pianta di olivo che ha un’età (stimata) di almeno 300 anni.