Bucine

Capoluogo amministrativo di uno dei territori più vasti della provincia di Arezzo, Bucine ha un territorio ricco di attrattive naturali e storiche, rendendolo passaggio e itinerario obbligato per chi ricerca la semplice e tradizionale toscanità.

Il nome è esso stesso portatore di interesse storico: comunemente “bucine” è un tipo di rete utilizzata per la pesca o la caccia di storni e fringuelli; dunque, non a caso, ciò che impugna il leone rampante raffigurato nello stemma del paese è proprio questo oggetto, presumibilmente in relazione all’attività di pesca lungo il fiume Ambra che attraversa la strada tra Bucine e Levane.

Proprio quest’ultimo è uno dei luoghi più rappresentativi della località, ove vecchio e nuovo si incontrano attraverso i due ponti sul fiume: il più appariscente è senz’altro il ponte ferroviario che dal 1864 unisce la linea Firenze-Roma garantendo un facile collegamento tra il capoluogo di regione e il capoluogo di provincia (Arezzo); l’altro, più gustosamente celato tra la natura fluviale, e, purtroppo, lesionato dal tempo e dagli eventi, sopravvive tramite un’antica arcata solitaria, diventando luogo perfetto per gettare l’occhio con un unico sguardo su passato e presente.

Allo stesso modo, percorrendo via Roma è facile notare il castello, vecchia roccaforte dell’XI° secolo che si erge al di sopra del centro abitato “nuovo”, citata dal Vasari nel descriverne la presa del vescovo Tarlati; successivamente feudo con concessione a vantaggio della famiglia Vitelli, inglobato poi dalle civili abitazioni, oggi diventa meta obbligata per ammirare dall’alto l’espansione urbanistica ed avere una vista privilegiata su piazze, case, i giardini ove svettano i tigli e sulla chiesa di San Giovanni Battista la quale coi suoi capitelli e dipinti di scuola fiorentina è uno dei luoghi di culto di più alto richiamo artistico del comune. Piacevole è anche il percorso con cui giungere alla piazza dove sorge la pieve, esso immerge il passante in un suggestivo dedalo di viuzze tra mura di pietra e mattone, arricchite da rose, oleandri e piante di capperi.

Andando alla scoperta degli angoli più suggestivi del paese, è consuetudine ritrovarsi nella piazza principale del paese: “piazza del popolo” offre uno scorcio unico sul “Palazzo Pretorio” sede del municipio, recante numerosi stemmi, colpisce in particolar modo il suo bianco adamantino in dolce contrasto con la “Vittoria Alata”, statua in bronzo commemorante i caduti nella Prima Grande Guerra.

L’estensione del borgo di Bucine permette di ammirare al meglio da più punti quello che è il tipico paesaggio toscano, alcuni esempi sono: da via XXV aprile all’ombra dei tigli si ammirano le sinuose curve e gli svettanti cipressi della campagna toscana, in particolare ad un occhio attento non sfugge la forma del Leccio di Bellavista, il cui sviluppo orizzontale e le sue dimensioni colpiscono da qualsiasi distanza; oppure nella vicina Perelli lungo un’antica strada bianca si presenta un ampio spazio fatto di campi coltivati e boschi in lontananza, la veduta a 180° è interrotta esclusivamente dall’ammaliante chiesa dei Santi Tiburzio e Susanna, edificio solitario immerso nella quiete che anche al più ignaro non potrà non ricordare una stazione di posta per viandanti affaticati.

La vivacità di Bucine è confermata dal suo teatro comunale, che annualmente ospita interessanti stagioni artistiche, ma anche dalle sue numerose iniziative in termini di sagre e feste che ogni anno riempiono il paese.

Nella seconda settimana di Maggio viene reso omaggio all’emblema di Bucine con “La Sagra della Trota”, festa il cui ospite d’onore altri non è che il pesce di fiume, prendendo spunto dall’antica e diffusa attività ittica della zona con piatti tipici e gare di pesca per i più piccoli.

Sempre a Maggio, nell’ultimo fine settimana, Bucine ospita il “Festival delle Regioni”: esso rappresenta la più importante manifestazione enogastronomica e folcloristica del Comune, al fine di promuovere il territorio attraverso il sostegno e la diffusione della conoscenza del suo panorama storico, culturale e agricolo, allo scopo di sostenere lo sviluppo del territorio e il tramandarsi degli usi e costumi locali, anche qui i numerosi stand gastronomici provenienti da tutta Italia danno vita ad aromi fantasiosi provenienti da piatti e bevande gustosi… Tutto questo è ciò che accade nei giorni del “Festival delle Regioni”, ove è possibile far visita agli stand eno-gastronomici sempre pronti a far conoscere, e soprattutto gustare, vivande della propria terra.

Festa di origini contadine, la “Vecchia Battitura del grano”, che prende luogo a Perelli nel terzo fine settimana di Luglio, vi trasporterà nella più autentica ruralità di Bucine: vecchi ricordi e soprattutto l’antica e genuina cucina di campagna su cui primeggiano le ricette a base di nana/anatra.

Settembre è abitualmente il mese dei perdoni in Valdarno e Valdambra, nel terzo weekend tocca anche a Bucine, il quale ha saputo accomunare la consueta festa liturgica con una sagra avente come cardine un piatto della tradizione contadina: “La Sagra della Polenta”. Oltre ad offrire tutte le abituali attrattive di tale festività, quali musica, spettacoli e prodotti d’artigianato, in un ampio stand gastronomico viene servita la polenta, pietanza semplice ma sostanziosa, insaporita dal sugo di carne “come lo faceva la nonna”.

Festa “ritrovata” attraverso i ricordi della comunità di Bucine, il primo fine settimana di ottobre si tiene la “Festa dell’Uva”, essa rappresenta un viaggio fra i prodotti vinicoli tipici del territorio della Valdambra: usanze, tradizioni e folklore compongono quella che è una ricorrenza di sapere e sapori valorizzando la cultura legata alla vendemmia ed allo stesso tempo la possibilità di assaporare il buon vino locale, accompagnato dalle ricette casalinghe alla cui base vi è naturalmente il noto frutto di Bacco come nel toscanissimo panello con l’uva.