Pietraviva

Su un colle a poca distanza dalla riva sinistra del torrente Ambra, si trova il suggestivo borgo di Pietraviva. Chiamato così dalla pietra serena, detta appunto pietra viva, su cui sorge l’antica fortezza, questo piccolo abitato ha conservato l’impianto architettonico tipico dei borghi fortificati alto-medievali includendo le antiche mura, tutt’ora visibili ed appoggio di numerose abitazioni fino alla chiesa dedicata a Santa Lucia.

Con lo stesso nome era noto il castello, ora abbandonato, posto sulla collina di fronte al borgo; curiosamente, il nome di questo nucleo ci rivela un possibile luogo additato come fonte di prodigi, difatti l’appellativo “Santa Lucia di Rabbia Canina” potrebbe indicare le guarigioni o le doti dei guaritori nel curare i morbosi affetti da questa malattia.

Visitando l’abitato è possibile immergersi in un’atmosfera fatta di storia, giovialità e quiete, immergendo animo e corpo in un dedalo di vicoli e antichi rustici che convergono verso il borgo storico.

Passando da via Vittorio Veneto, affacciato sulla piazza del paese si distingue benissimo uno dei simboli della piccola frazione: il tasso di Pietraviva. Collocato in un giardino privato, esso è uno degli esemplari più longevi d’Italia, dotato di un’altezza e circonferenza maestose, è un forte segno rappresentativo di Pietraviva.

Il borgo è pronto a regalare un panorama unico della Valdambra e a offrire tradizione attraverso la sua festa ufficiale in atto dal 1977: “la Sagra della Rana”. Essa ha luogo ogni seconda settimana di luglio ed è una ghiotta occasione per assaporare specialità toscane, tra cui la rana fritta che dà il nome alla sagra, pietanza non comune, ma per gli amanti prelibatezza assoluta, accompagnata dai vini locali saprà allietare e rendere un’atmosfera d’altri tempi direttamente nel cuore della Valdambra.

Clima, questo, riscontrabile per tutto l’anno nelle sagre e gli eventi di tutta la Valdambra, non solo degustazioni e sapori autentici, ma legame con il territorio; occasioni in cui sarà semplice immergersi nella convivialità di mamme, babbi, nonni, nipoti, anziani, giovani e le “massaie” del paese che lavorando tutti assieme, trasmettono a chiunque la passione per la propria terra.